Montalcino è un comune italiano situato nella regione Toscana, famoso per i suoi vini, in particolare il Brunello di Montalcino. Il comune è situato a circa 564 metri sul livello del mare, su un colle tra le valli del fiume Ombrone e del fiume Asso.

Geologia, suoli e clima

La zona presenta una grande diversità di suoli, che vanno dalle zone calcaree e argillose ai terreni ricchi di fossili marini, sabbia e pietra. Questa variazione contribuisce alla complessità dei vini prodotti nella zona. La topografia è aspra con dolci colline, che forniscono un eccellente drenaggio, essenziale per la viticoltura di qualità.

Montalcino ha un clima mediterraneo, caratterizzato da estati calde e secche e inverni miti e umidi. Durante l’estate le temperature possono superare i 30°C durante il giorno, mentre di notte tendono ad essere più fresche. In inverno le temperature raramente scendono sotto gli 0°C. Le piogge sono più frequenti in primavera e in autunno, con estati relativamente secche. La piovosità media annua è di circa 700 mm, variabile a seconda dell’altitudine e della posizione specifica all’interno del comune.

 

Ventilazione e salute dei vigneti

La regione è ben ventilata, con brezze che aiutano a mantenere sani i vigneti, riducendo l’incidenza di malattie delle piante. La combinazione di terreni diversi e clima mediterraneo è ideale per la coltivazione dell’uva Sangiovese, utilizzata nella produzione del famoso Brunello di Montalcino. Le condizioni climatiche e geografiche contribuiscono alla complessità aromatica e alla struttura dei vini della regione, rendendoli riconosciuti in tutto il mondo. Questi fattori insieme fanno di Montalcino un terroir unico, adatto alla viticoltura di alta qualità, contribuendo in modo significativo alla fama e al successo dei suoi vini.

Pratiche di viticoltura

I produttori di Montalcino sono noti per la loro attenzione ai dettagli e l’impegno nella qualità. Le pratiche di viticoltura includono una gestione accurata del vigneto, con basse rese per ettaro. La produzione di vino a Montalcino ha radici profonde e una lunga tradizione, che contribuisce a un know-how consolidato nel tempo. Nonostante la forte tradizione, molti produttori adottano anche tecniche moderne e innovazioni per migliorare ulteriormente la qualità del vino.

 

Impatti del cambiamento climatico

Il periodo della vendemmia a Montalcino varia leggermente di anno in anno a seconda delle condizioni climatiche, ma generalmente si svolge tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. I produttori monitorano attentamente la maturazione delle uve per determinare il momento ottimale per la vendemmia, assicurando che le uve abbiano raggiunto il giusto equilibrio tra zuccheri, acidità e composti fenolici. Il cambiamento climatico sta avendo un impatto significativo sulla viticoltura in molte regioni del mondo, e Montalcino non fa eccezione. Infatti le temperature più elevate accelerano il processo di maturazione delle uve, portando a vendemmie anticipate. Uve più mature possono avere un contenuto di zucchero più elevato, portando a vini con livelli di alcol più alti. Tuttavia, questo può avvenire a scapito dell’acidità, che è fondamentale per la freschezza e la longevità del vino.

I viticoltori possono scegliere cloni di Sangiovese che siano più resistenti al calore e alla siccità. Pratiche come la gestione del suolo, l’uso di coperture vegetali e la potatura strategica possono aiutare a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. I sistemi di allevamento più utilizzati nella viticoltura, per gestire la crescita delle viti e influenzare la qualità e la quantità dell’uva prodotta, sono due: il cordone speronato e il guyot.

Sistemi di allevamento della vite

Nel sistema del cordone speronato, i tralci sono potati in modo da formare un “cordone” permanente lungo il filo di sostegno. Dal cordone principale si sviluppano tralci corti, chiamati speroni, sui quali crescono i nuovi germogli ogni anno. La potatura è breve e consiste nel lasciare due o tre gemme su ogni sperone. Questo sistema tende a produrre un’uva più uniforme e favorisce una produzione costante nel tempo.

Il cordone speronato facilita la meccanizzazione della vendemmia e delle altre operazioni in vigneto, riduce il rischio di danneggiare la vite durante la potatura e richiede meno manutenzione annuale. Può, però, limitare il numero di gemme produttive per pianta, riducendo la quantità di uva prodotta rispetto ad altri sistemi. Inoltre può accumulare legno vecchio, aumentando il rischio di malattie del legno.

Nel sistema Guyot, la vite è potata in modo che rimangano uno o due tralci lunghi (chiamati “capo a frutto”) e uno o due tralci corti (chiamati “capo a legno” o “sperone”). Il capo a frutto è legato orizzontalmente al filo di sostegno, mentre lo sperone è potuto a due o tre gemme per fornire i germogli dell’anno successivo. La potatura è più lunga e complessa rispetto al cordone speronato, richiedendo la selezione e il legamento dei tralci. Questo sistema può permettere una maggiore produzione per pianta, grazie al maggior numero di gemme produttive lasciate. Permette una gestione flessibile della produzione, adattando il numero di gemme produttive alle condizioni dell’annata e riduce l’accumulo di legno vecchio diminuendo il rischio di malattie del legno. Richiede, però, più lavoro manuale per la potatura e il legamento dei tralci. Inoltre può essere più difficile da meccanizzare rispetto al cordone speronato.

Scelta del sistema di potatura

Nella produzione del Brunello di Montalcino, la scelta del sistema di potatura è cruciale per controllare la resa e mantenere alta la qualità delle uve Sangiovese. Molti produttori optano per il cordone speronato per la sua facilità di gestione e la consistenza nella produzione, mentre altri preferiscono il Guyot per la sua flessibilità e il potenziale di maggiore resa.